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Rovere live al Mamamia di Senigallia + intervista a Stiva

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Sabato 27 aprile abbiamo assistito al primo live dei rovere in territorio marchigiano. Il 29 marzo 2019 è uscito il loro primo album, disponibile anche in mogano, che vede anche la collaborazione del leader dei Pinguini Tattici Nucleari, Riccardo Zanotti, grande amico della band. Dopo il debutto dello scorso anno su alcuni palchi bolognesi per annunciare l’imminente uscita del disco, la band è attualmente impegnata nella sua prima vera tournée, tra opening act ai Pinguini Tattici Nucleari e date autonome. A fine serata, abbiamo avuto il piacere di incontrare personalmente il tastierista dei rovere Lorenzo Stivani, in arte Stiva.

 

Chi è il membro più antipatico dei rovere?

Questa è una domanda molto difficile però io direi Nelson, perché Nelson ha sì molte qualità ma anche molte esigenze, quindi è molto difficile accontentarlo, ma quando lo fai, dà il meglio di sé.

Infastidisce il fatto che non aiuti a smontare il palco finita l’esibizione?

Questa è una fortuna che hanno i cantanti, non devono faticare troppo per la loro attrezzatura ma hanno molte altre difficoltà che altri non hanno. Il fatto che non aiuti a sistemare la strumentazione lo sopportiamo volentieri, anche perché ad un certo punto si sviluppa un senso di paternità nei suoi confronti; vuoi che si trovi a suo agio, che sia ben disposto e quindi tendi anche a coccolarlo affinché la sua esibizione sia impeccabile. Possiamo dire che nella riuscita della serata incide molto la performance del cantante. In più, Nelson, come frontman e leader ha diversi altri compiti di cui noi strumentisti non ci occupiamo.

Qual è il tuo pezzo preferito di “disponibile anche in mogano” e quale è stato il più difficile da comporre?

Il pezzo che più mi piace suonare dal vivo è “soli come a Bologna”, sia perché è un pezzo in cui salto molto, sia perché ci sono suoni che apprezzo particolarmente. E’ una canzone in cui ho messo tanto di mio. Un pezzo su cui abbiamo lavorato tantissimo e che ci ha portato via molto tempo è stato sicuramente “tadb”. Inizialmente l’avevamo pensata in un’altra versione che si chiamava “inverno”. Ci eravamo molto affezionati perché è stato uno dei primi brani su cui abbiamo lavorato come gruppo. In seguito ha subito diverse modifiche grazie anche ai consigli di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Nonostante il cambiamento all’inizio ci abbia un po’ sconvolto, in seguito siamo rimasti piacevolmente colpiti.

A proposito di cambiamento, nella nostra recensione di “disponibile anche in mogano” abbiamo notato un drastico cambio di stile fra i primi due singoli usciti (la pioggia che non sapevo e caccia militare) e i restanti brani del disco. Cosa è successo nel frattempo?

Tantissime cose. Quando è uscito il primo singolo “la pioggia che non sapevo” noi non suonavamo insieme nemmeno da un anno. Non avevamo tutto il gruppo di lavoro che abbiamo adesso, che è nato insieme a caccia militare (sono Giorgio Patelli e Muxland come produttori, con i quali ci siamo trovati e ci troviamo ancora molto bene). Il gruppo di lavoro e il tempo hanno dato una definizione al gruppo e ci hanno permesso di conoscerci meglio. Mentre io e Luca ci conosciamo dalla prima elementare e suoniamo insieme da sempre, con Nelson ci siamo conosciuti poco prima di iniziare a suonare insieme. Ci siamo trovati, e col tempo abbiamo capito di voler creare un gruppo che suonasse degli inediti, senza troppe pretese. Col tempo è iniziato a diventare un impegno sempre più serio, e da lì anche il nostro sforzo nello studio di suoni sempre più ricercati è aumentato.

Nell’ascoltare l’album abbiamo riscontrato diverse influenze musicali come Kings of Leon o Twentyone Pilots. Ci confermi che abbiano influito?

Le influenze di altri artisti ci sono, ovviamente, come per tutti i musicisti. Io, Nelson e Luca ascoltiamo artisti diversi ma lo vediamo come un vantaggio. Cerchiamo di convogliare i vari generi nel nostro progetto affinché venga fuori una sintesi dei nostri gusti. Siamo stati a tutti i concerti dei Twentyone Pilots e ci piacciono molto anche i Kings of Leon, ma assistiamo anche a molti concerti di artisti italiani.

Finito di scrivere il primo disco, ora siete in tournée per l’Italia.

Essendo il nostro primo vero tour ci dobbiamo ancora abituare all’idea, fa molto strano incontrare persone che ci ascoltano e ci conoscono viste le nostre basse aspettative di popolarità. Non ci aspetteremmo mai più di una ventina di persone e invece ogni volta ci dobbiamo ricredere. Siamo molto contenti del riscontro positivo che stiamo ricevendo. Sta succedendo tutto velocemente e siamo quasi inconsapevoli di ciò che ci accade, e questo sicuramente ci aiuta a smorzare la pressione e a stare più tranquilli. Sognavo di fare questa vita da quando avevo 12 anni, riuscirci è bellissimo e chiaramente mi godo il momento finché dura, con la speranza che non finisca mai.

A quando il prossimo disco?

Non lo sappiamo ancora. Ora siamo in tour ma stiamo comunque continuando a scrivere. Probabilmente avremo bisogno di un periodo di pausa per schiarirci un po’ le idee e capire quando e come far uscire nuova musica. Speriamo di poterlo fare al più presto.

 

Scaletta:

intro

caccia militare

soli come a bologna

everest

sport

peter pan

tadb

la pioggia che non sapevo