Data di uscita: 29 marzo 2019
Tracce: 10
Durata: 31 minuti
Genere: ITpop
Canzoni di punta del disco: caccia militare, tadb, silenzio e everest.
È disponibile all’ascolto il primo disco dei rovere, gruppo bolognese fondato nel 2016 dallo youtuber e frontman Nelson Venceslai (su Youtube: Nels e Space Valley), dal chitarrista Luca Lambertini e dal tastierista Lorenzo Stivani. La formazione inoltre prevede Davide Franceschelli (anche lui uno dei 6 ragazzi di Space Valley) al basso e Marco Paganelli alla batteria, membri non ufficiali, che però seguono il gruppo in tournée. Il disco spazia fra diversi generi: dall’ITpop al pop rock, con accenni di punk in la pioggia che non sapevo e caccia militare, e di synth pop in tadb e sport.
1. caccia militare
«saremmo ancora salvi se il tempo si fermasse,
ma il tempo non si ferma come non ti fermi tu»
Prima traccia dell’album e biglietto da visita del disco. Il brano ha sonorità molto differenti dagli altri pezzi; probabilmente un difetto di gioventù della band, che si ritroverà anche in la pioggia che non sapevo, ultima traccia del disco. Non a caso, sono i primi singoli rilasciati dal gruppo. La struttura è semplice ma efficace, così come il testo, che rimane facilmente in testa. I coretti alla Use Somebody dei Kings of Leon rendono la canzone il classico inno pop rock che vorresti cantare a squarciagola durante un viaggio di ritorno in macchina.
2. tadb
«ho fatto a botte con la mia malinconia
e son riuscito a chiuderla dentro una canzone»
Suoni ed emozioni completamente diverse. La struttura è impeccabile nella sua semplicità, il ritornello groovy fa ballare. Il sound è completo e non fa sentire la mancanza di altri strumenti. Il testo è malinconico e ripercorre l’adolescenza di Nelson, tra MSN, Chatroulette e la Tecktonik degli anni ‘10 del 2000.
3. soli come a bologna
«tanto anche in mezzo alle persone ci si sente spesso soli»
Prima ballad del disco, che abbandona il synth, con una variazione di mixaggio, e la spensieratezza delle parole del pezzo precedente.
4. peter pan
«la vita ti sembra una favola, ma se cadi fa male»
L’intro è semplicemente fantastica. Il testo si distacca da tutti gli altri per la ricercatezza delle parole ma si perde un po’ nella seconda parte del ritornello, non altrettanto profondo. Un peccato, perché il messaggio di speranza nel futuro è quello di cui avevamo bisogno. Il bridge parlato è invece un richiamo evidente allo stile dei Pinguini Tattici Nucleari.
5. sport feat. Riccardo Zanotti
«noi siamo quel tipo di gente che vive bene se non vince mai»
Prima collaborazione del gruppo: Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, grande amico della band. Il brano risente molto della loro influenza, sia a livello di sound che di impostazione del testo. Il testo non spicca troppo rispetto alle altre tracce dell’album, ma si riprende nel bridge, dopo l’entrata in scena di Riccardo.
6. conforto
Intermezzo strumentale. I suoni sono pazzeschi, il piano si ispira ai Twentyone Pilots e le chitarre ricordano gli strumentali dei blink-182.
7. silenzio
«quanta voglia hai tu del mio mondo?
Vai, fai in fretta o ti perdi lo schianto»
La strumentale di prima distende un lungo tappeto rosso al settimo brano del disco. Probabilmente il testo più emotivo e sentimentale dell’intero album. La strumentale è trainata da un riff di basso decisamente azzeccato. Il ritornello vede il pezzo esplodere, ricordando sonorità alternative rock alla Kings of Leon. Tre parole: pelle d’oca.
8. everest
«e per me ogni tua piccola lacrima sarà come un fiume in piena»
La canzone si apre con un ukulele che ricorda The Judge dei Twentyone Pilots. Il synth e i riff di chitarra gioiosi ricordano gli anni ‘80. Il brano si chiude, malinconicamente, con la chitarra di Luca. Super approvata.
9. primavera 80
«soldatini di plastica nella mia testa combattono una guerra»
Ballad lineare, interamente in pieno stile ITpop: i soliti quattro accordi, ma i suoi sono azzeccati e il testo è decisamente ricercato.
10. la pioggia che non sapevo
«cammino insieme alla pioggia che non sapevo,
sono uscito con la t-shirt, non ho guardato dalle finestre»
Primo singolo pubblicato dal gruppo e ultima traccia dell’album. Stesso “difetto” di caccia militare; la canzone, pensata prima di avere una visione d’insieme dell’album, ha un sound meno ITpop e più pop rock. Per essere la prima canzone composta dal gruppo, touché. Ne è consigliato l’ascolto sotto una pioggia autunnale.
Per essere un primo disco si difende bene. Per quanto riguarda i due singoli, la pioggia che non sapevo e caccia militare, c’è da evidenziare che il sound che propongono si distacca un po’ dal resto dell’album. Probabilmente il gruppo ha preso una direzione non programmata solo dopo il loro rilascio, magari cavalcando il successo del genere ITpop. Sicuramente il riarrangiamento in questo genere dei due pezzi avrebbe reso l’album più omogeneo e interessante. Al primo ascolto, la discrepanza si sente maggiormente, ma poi ci si fa l’abitudine. Un inizio, a nostro avviso, più che sufficiente; la band sembra promettere bene.