Testo di laria de Andreis
Fotografie di Mirko Pichi
Lo scorso sabato 9 febbraio siamo stati al Monk, famoso locale romano con proposte sempre fresche ed interessanti, per andare a sentire la presentazione dell’album “Metropolia”, edito per Camilla Records, di un giovane cantautore: Matteo Cappella.
Matteo sale sul palco tranquillo con la sua chitarra ed il suo look da hippie. Capelli lunghi fin sotto le spalle, camicia anni 70 su jeans dal taglio retró, il tutto perfettamente convincente ed in linea con le scelte musicali.
Sul palco si sente a suo agio, ha già suonato con altri gruppi tra cui i Mannaggia al Cardinale, da cui porterà poi un ospite sul palco.
Metropolia, come ci ha spiegato lo stesso Matteo, è un concept album nato dalla sua osservazione della città di roma divisa sí per quartieri ma anche per anime. Lui è cresciuto a Bellegra, nella provincia romana, ha potuto quindi meglio cogliere queste essenze romane unendo una cultura comune ad uno sguardo esterno sulla città. A suggestionare la sua sensibilità musicale saranno sicuramente le collaborazioni con diversi musicisti, i viaggi, e l’abilità di lasciarsi trascinare dall’anima dei luoghi che si ritrova a vivere.
Ecco i brani contenuti nell’album, disponibile su tutte le piattaforme online:
Volerai
Mai
Bea
Oscillo
Funky Cronache
Urbi et Orbi
Isola
Vola Via
Durante il live ha spezzato l’esecuzione dell’album per presentare due inediti accompagnato nel primo dal sax di Alessandro Cardinale, e nel secondo sul tema del gioco d’azzardo da un basso diy costruito su un ukulele con corde di quello che sembra essere cotone, oltre a synth e batteria.
Mentre si riprende l’esecuzione dell’album da Funky Cronache si uniscono nei successivi due brani il mandolino di Gianluca Robustelli ed i cori di Irene Montesi.
Matteo è stato davvero convincente sul palco, muovendosi con scioltezza ed interagendo col pubblico, invitandolo a completare i testi, incitandoli a battere le mani ed urlare i ritornelli. Tra il pubblico c’è stato un buon apprezzamento di questo misto musicale tra la vecchia roma del cantautorato e l’energia della musica contemporanea. Alla fine dopo che il pubblico ha acclamato a gran voce, Matteo ha offerto un bis.
A fine concerto siamo riusciti ad avvicinarlo per fargli qualche domanda sulle sue intenzioni musicali e sui suoi progetti futuri. Ci ha quindi spiegato che il suo metodo consiste nello scrivere e contestualizzare, e che le 8 canzoni di Metropolia provengono dai suoi 8 anni a Roma. Ci riferisce anche che il prossimo lavoro potrebbe essere invece a tema paesano, alla riscoperta dei luoghi della sua infanzia, ma sono ancora solo idee. La cosa certa è che il giovane musicista non si siede sugli allori del primo album ma continua a scrivere e comporre ininterrottamente.