Testo di Andrea Battezzati
Fotografie a cura di Marco Battezzati
Domenica abbiamo assistito al ritorno di John Butler a Milano, questa volta sul palco dell’Alcatraz ancora più carico dell’ultima volta, con un nuovo album e con una nuova formazione, chiamandosi così John Butler Trio+.
Ad aprire le danze ci ha pensato l’australiano di Byron Bay, Bobby Alu, che con il suo ukulele e le sue percussioni, ha saputo dare inizio alla serata con il mood giusto e l’energia positiva che tutti stavano aspettando, portandoci in una realtà parallela tra onde, palme, tavole da surf e positive vibes.
Dopo la sua ottima e inaspettata prestazione è arrivato il momento tanto atteso. Sembra una vera e propria rimpatriata tra chi l’aveva già sentito, tra chi aveva atteso questo momento da sempre, tra giovani e vecchi fan, alcuni con un look molto hippie anni ’70, e si sentono urla come “John welcome back, we love you…”
In formissima e con grande entusiasmo, John parte con uno dei suoi brani inediti, “Wade in the Water”, tratto dal nuovo album “Home”, un tributo alla propria casa e alle proprie origini, che si focalizza principalmente sulle tematiche della lontananza da casa e la realizzazione dei propri sogni.
Il live prende subito una bella piega, tra pezzi nuovi e grandi classici come “Better Than”, “Ocean» e “Used to Get High”, regalando al pubblico il ritmo perfetto per ballare al suono delle sue 11 corde, che solo lui come pochi sa toccare e sfiorare.
È una grande festa e quando ormai il concerto sembra concluso, John ritorna sul palco da solo, dedicando una canzone a lui molto cara, “Kimberley”, brano che l’ultima volta a Milano non aveva cantato.
Quando il trio e i nuovi membri tornano tutti sul palco dopo più di 2 ore di live, John domanda al pubblico chi avesse ancora energie e chi volesse cantare ancora insieme. “Ok, so It hasn’t to be pretty, but it has to be looooud!”. Così ricomincia per un’altra mezz’ora questa festa che sembra essere infinita, tra diversi suoni e strumenti, che purtroppo poco prima dello scoccare della mezzanotte termina con l’immancabile “Zebra”.
John Butler Trio+
Bobby Alu