TA13OO è il terzo, attesissimo album di Denzel Curry dove il rapper della Florida dimostra ancora una volta che nel panorama musicale lui non è paragonabile a nessuno.
L’immagine che ho di Denzel Curry, stampata a fuoco nella mia mente, è questa. Cypher di XXL 2016, tra i predestinati del mumble rap, un ragazzino con i dread della Florida sputa barre senza adlib o versetti. Puro fuoco dalla sua bocca, dimostrando di essere ben diverso dai suo colleghi nello stile e nei temi.
Se Kodak Black, Uzi, 21 Savage e Lil Yatchy hanno esplorato alla loro maniera i diversi sottogeneri della trap, Curry ha deciso di essere un elemento ben distinto dalla massa, esplorando l’hip-hop in tutte le sue forme e non solo. Lo dimostra ancora una volta nel suo nuovo e attesissimo album, TA1300. Dopo due anni di estenuante attesa e l’uscita di pezzi come Percs, Sumo e Clout Kobain, l’ex membro del Raider Klan ci mostra un nuovo lato di sé, e fino ad ora mai esplorato, sia musicale che personale.
Denzel Curry fin’ora per il grande pubblico è stato solo Ultimate, brano che ha spopolato anche grazie ai Vine e ai meme. Ma è arrivata l’ora di farci capire che lui è ben altro. Nei suoni e nei temi. Il nuovo album, il terzo prodotto in studio, non è semplicemente l’ennesimo progetto da vomitare in pasto ad un pubblico sempre più affamato e vorace, bensì va a mostrare il percorso che l’artista ha compiuto fino ad oggi evolvendosi in qualcosa di molto più che un semplice rapper.
Ad accompagnarlo in questo viaggio ci sono vecchi amici e nuove conoscenze. Basta vedere subito dal pezzo Black Balloons, dove insieme al fedele Twelve’len (Human Gods, Goodnight) si aggiunge un nuovo astro dell’hip-hop come GoldLink. Si entra così nel nuovo mondo di Denzel, quello del Denzel famoso che deve fare i conti con le continue pressioni di essere un artista di fama mondiale. In Clout Kobain affronta il tema della ossessiva ricerca del successo e della fama, il clout. Insieme a questa ossessione che sembra incatenare la nuova scena del rap, Curry parla delle sue difficoltà con paranoia e desideri suicidi, nuove paure che si sono affacciate nella sua mente nonostante un successo di carattere planetario.
A differenze di Kanye, Denzel affronta questi temi in maniera genuina, dimostrando come i soldi e il successo non risolvano tutti i problemi delle persone, specialmente dentro. Nel fare questo critica anche la generazione hip-hop di cui fa parte, con i suoi tatuaggi in faccia e la glorificazione delle droghe, tutto atto al dimostrare di avercela fatta, o forse riempire quel vuoto che nemmeno la fama può colmare.Oltre a questo però parla anche di come nonostante tutto sia ancora un’artista estremamente sottovalutato, ed è bene ribadire come non sia indietro rispetto ai suoi colleghi.
Infine fa una apparizione anche il Denzel “classico”. Insieme a pezzi più introspettivi come Clout Kobain e Black Balloons, l’ULTIMATE Denzel si mostra in tutto e per tutto con brani da hype clamoroso come Sumo e Percs, dei veri banger che dimostrano come l’artista della Florida sappia ancora creare quel suono tutti bassi distorti e mani in faccia nel mosh pit che l’hanno reso popolare, senza comunque esserne incatenato.
Il terzo album di Denzel Curry perciò è l’ennesima svolta nella sua carriera, a voler dimostrare che il successo può arrivare anche in un ambiente saturo musicalmente come quello americano, e di come per l’ennesima volta la qualità superi sempre la quantità.
L’album è disponibile su tutte le maggiori piattaforme di streaming. Se si vuole poi approfondire il significato di ogni brano, Genius è il sito che fa per voi.