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Motta, un live indimenticabile

Motta

Il concerto di Francesco Motta del 31 maggio all’Alcatraz è stata una bellissima festa.

Per l’artista romano Milano è un luogo del cuore e si capisce da subito: una intro strumentale lunghissima annuncia Ed è quasi come essere felice, il primo singolo estratto dall’album. L’intensità che Motta tira fuori fin dalla prima canzone ci fa capire che è carichissimo per la serata. Per tutto il concerto infatti non riuscirà a star fermo nemmeno tra un pezzo e l’altro, ma si metterà a misurare il palco a lunghi passi nervosi.

Segue subito un ritorno al disco precedente (del 2016, un vero e proprio esordio-rivelazione), con l’esecuzione della title track La fine dei vent’anni. La canzone rimane un po’ il manifesto del “Motta solista” dopo la fine del progetto Criminal Jokers, tuttavia molte delle tematiche si sono evolute con Vivere o morire. Il primo disco era molto istintivo, questo è maturo e consapevole.

Motta ci canta per intero l’album che dà il titolo al tour “Vivere o morire”. Proprio su questa canzone eseguita per quarta in scaletta il pubblico si scioglie definitivamente e inizia a cantare a squarciagola. Lo show però non si compone solo di canzoni: il cantautore parla di sé, racconta i retroscena dei pezzi e ringrazia (più volte) i suoi amici e soprattutto la persona che lo ho fatto uscire definitivamente dai vent’anni (per chi non lo sapesse e fosse un po’ appassionato di gossip, si parla di Carolina Crescentini).

Sulle note di Sei bella davvero, che Francesco dedica a tutte le donne transessuali della sua vita, il pubblico si commuove e si abbraccia. Subito dopo viene annunciata La nostra ultima canzone, che non è veramente l’ultima perché le sorprese continuano: ci sono ancora la performance di Fango dei Criminal Jokers (“perché se non la faccio io, non la fa nessuno”) e infine l’imperativo e augurio Prenditi quello che vuoi che chiude un concerto splendido.

Ma lo spettacolo nello spettacolo è il pubblico di Motta: coppie principalmente, è vero, ma di ogni genere, età e provenienza. Ci sono anche donne cinquantenni, uomini distinti in abito, ragazzine, (ex-)punk e ovviamente gli immancabili e onnipresenti hipster. Questa eterogeneità del pubblico rende l’evento ancora più divertente, una vera e propria festa in cui sono tutti invitati. La combinazione di leggerezza ed energia con cui Francesco affronta temi delicatissimi come la ricerca della stabilità, il crescere, il trovare un equilibrio e l’innamorarsi sono uniche sulla scena musicale italiana. In questo modo riesce ad arrivare a tutti, e con il live in modo ancora più diretto. In sintesi, una serata perfetta per chiunque.