Con Zingarello Ghali mostra un nuovo lato di sé nell’evoluzione del suo personaggio pubblico, ovvero la gestione della fama.
La salita di Ghali tra gli astri della musica italiana è stata meteorica. Dal 2015 a oggi sembra passata una vita, ma in tre anni il tunisino di Baggio ha costruito un impero sotto di sé, dimostrando di essere più di un semplice artista. Quasi un’icona.
Dagli esordi ad oggi Ghali ha attraversato diversi momenti: il primo è quello degli esordi. Ghali deve farsi notare, deve esplodere. Pezzi lasciati su Youtube accompagnati da video davvero pazzeschi e quel Charlie Charles che sembra un veterano del beat. Nascono così brani culto della nascente cultura trap italiana degli esordi, come Cazzo Mene, Marijuana e Wily Wily. I pezzi sono scanzonati, forse eccessivi, ma entrano in testa e non escono più. I temi sono quelli tipici, con la droga e il grind per farcela da una situazione disagiata come quella da cui proviene, con una fortissima consapevolezza: quella di essere il figlio di un paese che non è il suo. E questa è la vera forza di Ghali, che lo distingue da tutti gli altri. L’uscita di Happy Days sancisce la fine di questo momento. Il ragazzino magro e con i dread del quartiere ce l’ha fatta.
Così compare il tema dell’amore e delle sue conseguenze, che nel primo grande progetto di Ghali, Album, è predominante e segna l’ingresso nella seconda fase. Album porta definitivamente il rapper dal mercato mainstream a quello commerciale, proiettandolo in una nuova orbita che non passa attraverso più solo internet, ma anche la radio. Ghali è più morbido nei temi, meno cattivo e con ritornelli accattivanti e citazioni a cartoni animati e videogiochi anni ’90 si conquista un pubblico eterogeneo per età e gusti.
E poi c’è Zingarello. Ghali si affida questa volta a Sick Luke per la base di un pezzo che apre le porte ad una nuova fase. Ghali adesso ce l’ha fatta, è uscito dalla miseria della sua situazione iniziale, è in alto. Ma l’arrivare in alto porta con sé nuovi problemi: la gestione della fama. Questo nuovo, grande problema viene affrontato in maniera davvero particolare. Ghali infatti decide di tornare alle proprie radici, a Baggio, vero luogo di nascita della sua arte. Per volare ancor più in alto sceglie di ricordare il luogo che lo ha visto crescere, soffrire e scrivere i primi pezzi. Ed esce fuori un pezzo davvero bello. Il beat curato da Sick Luke mostra quanto sia forte l’influenza di Ghali stesso. Se le basi del produttore romano sono sempre state cupe, qui si alleggerisce nei toni, quasi ad adattarsi a chi rappa, quando di solito è il contrario.
Se Sfera Ebbasta ha ribadito il suo status con Rockstar, è arrivata anche per Ghali quest’ora. E chissà se Zingarello non sia il preludio a qualcosa di davvero grande, ma soprattutto nuovo.