Lo scorso 16 novembre siamo stati al Locomotiv di Bologna in occasione dell’ottavo appuntamento annuale con Express Festival, evento nato nel 2007 in contemporanea con l’apertura del Locomotiv Club. Quest’anno, per celebrarne il decimo anniversario sono stati selezionati simbolicamente ben dieci appuntamenti.
Questa è stata la volta di Arto Lindsay, statunitense di nascita ma brasiliano d’adozione (ha passato gran parte della sua giovinezza nel paese sudamericano), che per forza di cose ha sviluppato forti influenze radicate sia nel tropicalismo di mostri sacri come Caetano Veloso, che nel free jazz e nel noise rock, il cui risultato è una perfetta alchimia di elementi diversissimi tra loro. È inoltre il frontman dei DNA e storico protagonista della No Wave newyorkese di fine anni ’70 insieme Brian Eno, David Bryne, Bill Frisell e tantissimi altri.
Il tour che il trio composto da Linsday, Marivaldo Pavim e Luis Felipe de Lima stanno portando a termine è la presentazione del il suo ultimo lavoro, un disco solista che è anche il primo in tredici anni. Il nome dell’album in questione è Cuidado Madame, ovviamente di matrice carioca.
Foto: Laura Lei
Arto e il suoi compagni fanno capolino sul palco intorno alle 22.40. L’atmosfera diventa immediatamente molto intima e confidenziale, le luci sono basse e dai toni caldi, quasi richiamano un tipico contesto da lounge bar di Rio. Lui imbraccia la sua chitarra ed esordisce sorridendo con un “buonasera” cordiale e in un chiarissimo italiano. Uno dei primi pezzi è Simply Are, forse uno dei brani che di più rispecchia la doppia anima di Lindsay, che durante le esibizioni scherza a più riprese con i suoi musicisti, ride e li prende in giro sempre bonariamente. Nel bel mezzo del concerto la batteria di uno dei pedali di De Lima (chitarra classica a sette corde) ci lascia, ma Arto interviene prontamente chiedendo sempre in italiano “un’altra batteria per il pedale di questo carioca??”. La serata prosegue, loro continuano a ballare e sorridere e a farci divertire, è il momento di un brano di Oscar Da Pena detto Batatinha, in italiano “patatina”, come qualcuno suggerisce dal pubblico. Il brano in questione è Imitação, un totale crescendo che sfocia in un assolo quasi poetico. Lindsay come con qualsiasi altro brano che esegue si diverte a trasfigurare la propria musica attraverso riff prettamente noise e dissonanti, taglia ritmiche samba come se stesse tagliando del burro. Il risultato è sublime, un incontro tra questi due mondi musicali così distanti ma allo stesso tempo resi complementari nelle mani di Arto e i
A spezzare la serata è uno dei brani di spicco del nuovo album, Seu Pai un downtempo sussurrato ed etereo, che incanta tutti in sala fino alla conclusione del pezzo. Da qui in poi è una cavalcata in crescendo tra brani nuovi e omaggi ad altri musicisti brasiliani, fino alla conclusione del concerto. Escono solo per qualche minuto per poi rientrare grazie alla sollecitazione del pubblico, ci deliziano con un’altra manciata di brani e salutano definitivamente, ringraziandoci con il sorriso di inizio serata stampato in faccia. Noi ringraziamo loro, i ragazzi dell’Express Festival e del Locomotiv per questa ventata tropicale in trasferta a Bologna e torniamo a casa sorridenti.