Il Push Artist di questa settimana è del 1996, si fa chiamare HÅN e il primo dicembre darà alla luce il suo EP di debutto, The Children, lavoro che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare in anteprima e che si presenta con quattro inediti seguiti da quattro remix.
L’EP si apre con Intro, una partenza piuttosto in sordina che progredisce pian piano tra ampi vocalizzi fino all’arrivo della chitarra e del cantato vero e proprio, per poi terminare tra batterie ritmate e sintetizzatori che sfidano l’atmosfera dream pop del brano, bypassandola e giungendo nel territorio dell’elettronica senza perdere le sue atmosfere distese e sognanti. Il secondo pezzo, The Children (I See No Home), lascia trasparire un mix di solitudine e inquietudine reso perfettamente dal videoclip pubblicato il 3 luglio, nel quale l’artista trova sé stessa nella vastità dei boschi, dove riesce a dare spazio al suo estro artistico.
1986 gioca sapientemente sul continuo ripetersi di un riff, che spesso cambia di ottava e che permette ad HÅN di costruire una solida linea melodica ricca di suoni; potrebbe sembrare un brano piuttosto statico, ma per fortuna così non è. L’ultimo inedito è Hands, che riprende ancora una volta i vocalizzi e infatti non si distanzia più di tanto dalla solita formula e dalle atmosfere dream pop tanto care alla cantante e che sono il pilastro di questo EP. La seconda metà di The Children è composta unicamente da quattro remix, due di 1986 (Klune rework e Kharfi, Greg Haway rework), uno di Hands (A Safe Shelter rework) e uno di The Children (Daykoda rework), che danno una rinfrescata a tutto ciò che abbiamo ascoltato fino a ora senza stravolgerlo troppo e mantenendo alte le atmosfere del disco. L’unica eccezione è 1986 (Kharfi, Greg Haway rework) che si lancia verso una dream-EDM (passatemi il termine) molto da club.
È un caso quello della giovane HÅN? Non credo. Abbiamo un’artista di talento, pronta ad entrare nelle case degli ascoltatori con un debutto di tutto rispetto e con una innegabile consapevolezza artistica e di sé stessa. Con queste premesse non possiamo far altro che contare i giorni che ci separano dal fatidico 1 dicembre.
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