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The Need To Belong di Hesanobody

Di GIUSEPPE SCARLATA

Lui è un nessuno e proprio di questo nessuno si parlerà oggi.
Hesanobody, precedentemente conosciuto solamente con l’acronimo HAN, è un artista emergente attualmente sotto contratto con l’etichetta inglese Street Mission, figlia della ben più nota [PIAS], casa di artisti di fama internazionale quali Editors, Pixies e Mogwai.

Nato a Reggio Calabria, dopo aver militato come frontman in diverse band locali, si trasferisce a Milano ed è proprio tra il capoluogo lombardo e la sua terra natia che vengono alla luce i suoi primi inediti, i quali destano l’attenzione dell’etichetta discografica, tanto da portarlo alla decisione di pubblicare questo primo EP, The Need To Belong.

Il disco (cassetta in questo caso, visto il supporto scelto per la pubblicazione fisica) parte con zeroseventwonine, singolo scelto per pubblicizzare l’album, accompagnato da un videoclip girato dal giovane regista Marco Steele e che vede la partecipazione di altri giovani talenti scelti come attori.

Il videoclip onirico rappresenta perfettamente il pezzo che lascia trasparire una malinconia di fondo simboleggiata dai personaggi che lo caratterizzano. “Feels like I’m lost inside my mind, like moments in time, like tears in rain and there’s no sky above the clouds” recita nel ritornello e considerando il video mi piace pensare a un’ispirazione al monologo finale del capolavoro di Ridley Scott del 1982 Blade Runner.
L’EP continua con Mixtape, brano delicato, quanto aggressivo allo stesso tempo; una peculiarità possibile grazie alle ottime dinamiche tra synth-basso-batteria, nel mentre il “Buonanotte” usato come backing vocal ci ricorda che siamo in Italia, casomai dovessimo dimenticarcelo. E’ tempo di cambiare lato della cassetta e nel caso fossimo troppo pigri per farlo è l’artista che lo chiama al termine del secondo brano. Il lato B si apre (e per certi versi si chiude) con la vera perla dell’EP:
Let’s Get Out Of This Place, sicuramente il brano più minimale ma non per questo il meno riuscito; brano in cui è il piano a fare da padrone portando l’ascoltatore a dilatare sé stesso nello spazio-tempo in cui Hesanobody è già presente, in mezzo a synth ed elementi noise che riempiono un pezzo che scarno non è. Ultimo respiro del disco è End Credits Lullaby, ghost track volutamente lo-fi che ricopre ottimamente il suo ruolo lasciando un messaggio di speranza finale.

Hesanobody ha già annunciato un secondo EP previsto per inizio anno e visto questo suo primo lavoro non possiamo che ben sperare. Che la sua tanto decantata “revolution from my bed” di Oasis-iana memoria sia effettivamente iniziata?
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GIUSEPPE SCARLATA