2005 Mattina presto, Caltanissetta. Sto facendo colazione prima di andare a scuola; nel frattempo faccio zapping tra MTV Hits, MTV Brand New (RIP), Deejay TV e Rock TV. A un certo punto mi blocco, probabilmente su MTV Brand New (sempre sia lodato). Sta cominciando un video in cui dei bambini bellissimi e lentigginosi, vestiti con degli strani abiti un po’ antiquati, camminano attraverso paesaggi desolati e suggestivi, fino ad arrivare a una scogliera verdissima. Si fermano, mettono su uno sguardo risoluto, iniziano a correre e spiccano il volo. Era il video di Glósóli dei Sigur Rós, e io ero rimasta a bocca aperta dimenticandomi di finire la colazione.
2013 Sera, Forlì. Buio in sala, si alza il sipario e io e altre 30 persone circa stiamo salendo sul palco. Arriviamo sul bordo, quasi scendiamo tra il pubblico, invece ci fermiamo e ci togliamo le scarpe. Rimarranno lì per tutto lo spettacolo, una delle esperienze più intense della mia vita. In sottofondo Olsen Olsen dei Sigur Rós
2017 Sera, Auckland. L’onda degli amplificatori mi travolge in pieno petto e le luci della scenografia mi abbagliano: 12 anni dopo la prima volta sto ascoltando Glósóli dal vivo e per quanto mi riguarda il concerto potrebbe anche concludersi così. Per fortuna, invece, i Sigur Rós continuano a suonare per un’altra ora circa, un’ora intensissima in cui il gruppo non dice una parola, lascia fare agli strumenti e alle scenografie.
Questo apparente non-coinvolgimento fa sì che il concerto diventi un’esprienza intima e personale, nonostante la Spark Arena sia piena. La performance dei Sigur Rós si divide in due atti, il primo più lento, con scenografie che creano un’atmosfera magica fatta di luci e ombre in preparazione alla seconda parte, in cui i visual diventano sempre più schizofrenici e abbacinanti e la musica ha un ritmo sempre più incalzante, fino a esplodere in un finale travolgente a dispetto dell’iniziale distacco del gruppo.
Durante tutto il concerto mi sono sentita come se fossi stata catapultata in un mondo ancestrale, nella mia personalissima Islanda immaginata in cui non ci sono altro che praterie spazzate dal vento, scogliere a picco sul mare e il fumo dei geyser (ok, forse non è poi un’immagine così lontana dalla realtà).
Venerdì sera, in virtuale silenzio, senza bisogno di “caricare” il pubblico, i Sigur Rós sono riusciti a far vivere ad Auckland un’esperienza magica, commovente, e a trasportarci per un’ora e mezza dall’altro capo del mondo senza dover prendere un aereo.
Setlist del concerto:
Prima parte:
- Á
- Ekki Múkk
- Glósóli
- E-Bow
- Dauðalagið
- Fljótavík
- Niður
- Varða
Seconda parte:
- Óveðu
- Sæglópur
- Ný Batterí
- Vaka
- Festival
- Kveikur
- Popplagið