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⏭ Blade Diary: il progetto fotografico di Pietro Firrincieli in mostra al MatteLab di Reggio Calabria

Di Rosy de Meo

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l 15 Aprile a Reggio Calabria si è aperta la mostra del progetto fotografico Blade Diary di Pietro Firrincieli, visitabile fino al giorno 24 Aprile ed organizzata dall’associazione MatteLab, recentemente nata da un’idea della fotografa Giovanna Catalano in collaborazione con le socie. Questo si propone di essere l’evento inaugurale di una serie di ulteriori iniziative volte a diffondere cultura in città.

Pietro Firrincieli, nato a Ragusa nel 1985, entra nel mondo del Blading nel 1996, a soli 11 anni. Molto più di una semplice passione, questo si rivela essere uno stile ed una filosofia di vita, che Pietro racconta con questo progetto, iniziato nel 2011 e frutto di una drastica svolta: a 26 anni, infatti, decide di rinunciare ad un lavoro sicuro come fotografo di interni ed alla vita apparentemente perfetta e soddisfacente che si era costruito.

Partito per scattare un reportage del Winterclash, il più importante contest di Blading mondiale, con l’intenzione di venderlo alla rivista Sportweek, ritrova la libertà e le sensazioni di un tempo, sperimentate per la prima volta da bambino in Sicilia indossando il primo paio di pattini. Riscopre così la vita vera, quella che gli aveva permesso di godere interamente di ogni momento, di conoscere la vera amicizia e di non accontentarsi di un’esistenza vuota. L’artista capisce allora che un reportage può essere molto più di un prodotto commerciale.

Nasce così Blade Diary: un viaggio nel Blading tra Europa, Stati Uniti e Messico che è la risposta alla necessità di raccontarsi e ricordare, di non lasciar cadere nell’oblio le avventure vissute e l’opportunità di vivere una vita autentica, così diversa da quella comunemente considerata tale. In questo mondo, sconosciuto ai più, si trova una famiglia nei compagni di avventura, si crea una vera comunità e l’artista lo sintetizza perfettamente scrivendo su una delle foto una semplice espressione: «A family album».

Capiamo allora come bisogna osservare questo progetto: come la testimonianza di un’altra possibilità e, secondo le parole dello stesso Firrincieli, come «un’esperienza che cambia la vita».

Qui una Gallery a cura di Antonella Nicolò