Il 2 Marzo si è dato il via alla VI edizione del Play Music Festival, organizzata dall’Associazione Soledad sotto la guida del Direttore artistico Alessio Laganà, che ha luogo a Reggio Calabria nell’incantevole atmosfera del Palazzo Miramare.
Questa nuova edizione gioca con i Fili sottili della musica proponendo tre concerti evento: «Tre tessuti di note, per avvolgersi e continuare a superare qualsiasi barriera». A inaugurare la prima serata è stato l’Ivan Mazuze Quartet.
Il sax di Mazuze è corroborato dal basso di Per Mathisen, dalla chitarra di Bjorn Vidal Solli e le percussioni di Raciel Torres. Questo magnifico ed eterogeneo quartetto crea melodie minimaliste tipicamente nordiche ma con forti richiami ai ritmi africani e cubani, al jazz e al funk. Un connubio di tradizione e sperimentazione dovuta all’utilizzo di suoni concreti e loop creati durante l’esecuzione dal brillante sassofonista.
Ivan Mazuze è letteralmente un cittadino del mondo. Dopo gli studi in pianoforte nel suo paese natale, il Mozambico, ha studiato sassofono e flauto completando il suo percorso formativo con un Master in Etnomusicologia all’Università di Cape Town in Sudafrica. Dal 2009 vive in Norvegia ad Oslo e il suo ultimo album Ubuntu è stato selezionato da JazzCd per una raccolta prettamente focalizzata sulla scena norvegese contemporanea.
Proprio di Ubuntu ha voluto parlare brevemente Mazuze durante il concerto e del significato profondo che si nasconde dietro questa breve parola. La filosofia Ubuntu esorta la solidarietà tra gli uomini, è un desiderio di pace. Come disse Nelson Mandela, promotore di tale ideale: «In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell’essere umano solo attraverso l’umanità degli altri; se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri«.
Nulla di più appropriato per un Festival che, attraverso la musica, vuole promulgare i valori dell’unione e rispetto tra esseri umani ed infrangere qualsiasi barriera culturale.
Qui una Foto Gallery dell’evento: