Esordirò con un’affermazione rischiosa: Trainspotting2 mi è piaciuto più di Porno, il romanzo sequel di Trainspotting pubblicato nel 2002. Ma non mi è piaciuto più del primo film di Trainspotting.
Trainspotting2 funziona bene come sequel “alternativo”, perché nonostante sia basato su Porno, si discosta molto dal romanzo per trama e intenti, dando vita così a una storia parallela da cui mi sono lasciata sorprendere e che ho apprezzato, anche se bisogna ammettere che il nuovo film di Danny Boyle è molto meno intenso di Trainspotting.
Nel film Renton, Begbie, Sick Boy e Spud sono invecchiati di vent’anni, ma non sono cresciuti. Renton è sempre sospeso tra due alternative: scegliere la vita, il lavoro noioso, il matrimonio, oppure tentare di dare una svolta alla sua grigia esistenza. Begbie si è fatto vent’anni di carcere, il cui unico risultato è averlo reso, se possibile, ancora più psicopatico. Sick Boy è sempre alla ricerca spasmodica dell’”Ideona”, termine con cui vengono identificati i suoi capitoli in Porno. E Spud è sempre il personaggio che ci fa più tenerezza, l’unico per cui si intravede una possibilità di redenzione e a cui viene conferito un ruolo centrale nella vicenda, in cui da tossico senza speranze diventa l’artefice del proprio destino e (letteralmente) l’autore della propria storia.
È un film decisamente al maschile, il cui obiettivo è quello di osservare l’evoluzione di un’amicizia viscerale, che nonostante le sue contraddizioni rimane sempre salda, tanto che l’unico personaggio femminile del film, Veronika, guardando Sick Boy e Renton nel pieno dell’euforia per il loro progetto, commenta con “Why don’t you get naked and fuck each other?”. Veronika è un personaggio femminile a cui purtroppo non viene dato il risalto che meriterebbe: in alcuni momenti sembra messa lì apposta per assorbire gli sfoghi di Sick Boy, in un ruolo da “donna-dell’est-in-cerca-di-una-vita-migliore” a volte un po’ stucchevole, e che diventa quasi stereotipato se consideriamo che l’attrice stessa è bulgara. Il carattere prevalentemente maschile del film è uno degli elementi che lo discosta da Porno, in cui il personaggio femminile è più approfondito e complesso, meno incline a essere compatito.
Un’altra differenza è che Trainspotting2 si concentra maggiormente sull’interiorità dei personaggi, sui conflitti e le problematiche che vivono singolarmente e che, nonostante il legame quasi simbiotico che unisce i quattro, li portano a scollarsi da quella che in Trainspotting sembrava un’entità unica (penso alle scene in cui sono tutti e quattro e compiono gli stessi movimenti o hanno le stesse posizioni) per assumere una propria individualità.
In Trainspotting2 si affronta anche la tematica della paternità, che Renton usa per apparire (e sentirsi) migliore agli occhi di Sick Boy; Spud la vive invece in modo tragico, visto che la moglie non gli permette di avere alcun contatto col figlio finché non si disintossicherà; Begbie invece la sfrutta come possibilità di redenzione (io ci avevo quasi sperato), mentre in Porno è quasi un intermezzo comico il cui unico fine è mostrare quanto sia psicopatico; nel caso di Sick Boy è l’unico momento in cui lo vediamo umano: quando Renton gli ricorda della piccola Dawn la sua granitica corazza di cinismo sembra incrinarsi.
Le differenze di trama rispetto a Porno, come ha spiegato lo stesso Irvine Welsh, sono state dovute alla necessità di adattare le vicende del romanzo all’epoca contemporanea, dato che la storia di Porno si svolge solo nove anni dopo gli avvenimenti di Trainspotting, e non venti.Trainspotting2 manca però di quella forza che aveva reso Trainspotting un manifesto generazionale che era riuscito a cogliere e rappresentare, grazie al celeberrimo monologo di Renton, tutto il disagio che all’epoca affliggeva la Gran Bretagna e in particolare la Scozia. La nuova versione del monologo di Renton suona più come la lamentela di un uomo in crisi di mezz’età che non riesce a capire l’epoca in cui vive, che diventa un “tourist in his own youth” e cerca disperatamente di ritornarci.
Trainspotting2 è un inno nostalgico, una celebrazione del passato che non sfigura rispetto al sequel originale del romanzo, ma che rispetto al primo film funziona un po’ come Monsters University, il sequel di Monsters & Co. (sì, lo so che sto paragonando un film della Pixar a uno in cui i protagonisti si fanno di eroina dalla mattina alla sera, ma le vie delle sinapsi sono infinite). In quel caso i produttori hanno fatto in modo di farlo uscire quando chi da bambino aveva visto il primo film era ormai un universitario e poteva immedesimarsi perfettamente nei personaggi, incamminandosi così in una piacevole passeggiata sul viale dei ricordi. Trainspotting2 utilizza lo stesso meccanismo, rinunciando all’intento critico e alla portata generazionale di Trainspotting per rivolgersi a chi adesso, passati vent’anni dal primo film, si trova in crisi e vorrebbe tornare a essere un turista della propria giovinezza.