Dopo quasi tre anni dal loro ultimo live qui in Italia, gli A Day To Remember sono finalmente tornati con uno spettacolare show all’Alcatraz di Milano. La band di Ocala, formatasi nel 2003, è attualmente in tour per la promozione del loro ultimo album Bad Vibrations, uscito lo scorso settembre.
La band si è tenuta impegnata per tutta l’estate con un lungo tour americano in supporto dei Blink-182 e in compagnia di All American Rejects e All Time Low; per poi spostarsi in Australia e, infine, in Europa. Immancabile fra le date l’Italia, dove si sono fermati lo scorso 7 febbraio.
Composta da Jeremy McKinnon (voce), Neil Westfall (chitarra), Kevin Skaff (chitarra), Joshua Woodard (basso) e Alex Shelnutt (batteria), la band è come sempre riuscita a mettere in piedi uno spettacolo che è stato apprezzato dai loro fan e dai sostenitori dei Moose Blood e dei Neck Deep, supporters scelti per questo tour europeo. Ho avuto il piacere di vedere più di una volta gli A Day To Remember in azione e, oltre al fatto che sono sempre accompagnati da validissime band di apertura, una delle uniche certezze che ho è che i loro live saranno sempre degli ottimi spettacoli. Un intenso mix di adrenalina, emozioni e talento.
L’agitazione durante la fila è tanta e quando finalmente si entra e il locale inizia a riempirsi velocemente, tutto viene sistemato e le luci si abbassano, siamo tutti carichi e pronti a scatenarci. I primi a salire sul palco sono i Moose Blood che scaldano il pubblico e lo preparano ai Neck Deep, che con più “violenza” fanno capire al pubblico come andranno le cose per il resto della serata. Entrambi molto bravi e apprezzati hanno fatto un ottimo lavoro e abbandonano la scena fra gli applausi di tutti.
Il tempo di cambiare scenografia (decisamente curata), una breve attesa che sembra comunque durare ore e gli A Day To Remember salgono sul palco: la folla impazzisce subito sulle note di Mr. Highway’s Thinking About The End, traccia che arriva direttamente dal grande successo Homesick del 2009, seguita subito da Paranoia, primo singolo estratto dall’ultimo album. Nonostante la scaletta scelta non sia una delle più lunghe, la band è riuscita a intrattenere la folla come meglio sa fare, continuando a interagire con il pubblico e senza sbagliare un colpo.
Passando da brani più vecchi come Fast Forward to 2012 e The Plot to Bomb the Panhandle, alle più attese e conosciute All I Want, Have Faith In Me e I’m Made of Wax, Larry, What Are You Made Of? i cinque non hanno rallentato neanche per un secondo, e insieme a loro tutti i presenti sotto il palco. I nuovi e energici pezzi Naivety, We Got This, Bad Vibrations e Exposed sono stati decisamente promossi dal pubblico, e da “vecchia” fan posso dire di essere assolutamente soddisfatta dalla loro resa live (soprattutto dalla title track, che con i suoi toni più heavy mi ha fatta, in un certo senso, sentire a casa).
Prima di concludere con le celebri All Signs Point to Lauderdale e The Downfall of Us All,
non poteva mancare la dolcissima If It Means a Lot to You
che, oltre a far venire il diabete, permette a tutti di prendere un po’ d’aria e calmarsi prima del trionfale finale.
Gli A Day To Remember ci lasciano così, fra i palloni da spiaggia che ancora saltellano fra la folla, i rotoli di carta igienica che volano da una parte all’altra del locale, i coriandoli e davvero tantissima voglia di rivederli al più presto.