Se ve lo stavate chiedendo, a casa Brunori tutto bene, anzi benissimo. Dopo tre lunghi anni di attesa, lo zio Dario ritorna con un nuovo album: 12 brani e un effetto sorpresa non indifferente.
Il parere generale? “Brunori è cambiato”. Niente di più vero! Nonostante l’album si chiami “A casa tutto bene”, troviamo un Brunori che, più che affacciato fuori casa, sembra immerso in tutti i sensi nel mondo esterno. Se prima ci aveva proposto salti, balli e lacrime su ironiche storie d’amore, oggi si presenta al pubblico come se fosse la prima volta, con un sound tutto nuovo e un tema completamente diverso dai soliti: la paura.
In realtà, circoscrivere alla paura l’intero lavoro è un po’ riduttivo, poiché ne troviamo una sfumatura diversa in ogni traccia; ognuna di queste sfumature fa da cornice ad un ragionamento più complesso intorno a quelli che sono i difetti dell’italiano medio, personaggio che si nasconde dentro ognuno di noi.
La terza traccia, “Canzone contro la paura”, è il cuore pulsante del nuovo album. L’intero lavoro parte da qui, da un riassunto di quello che andremo a sentire, di quello che Brunori è sempre stato: un irriverente estremamente empatico, atteggiamento che per fortuna ha deciso di non cambiare. Da qui, Brunori affronta ed esorcizza tutti quei piccoli gesti e pensieri quotidiani in cui si insinua la paura umana. C’è il timore di vivere una vita angosciosa e monotona consapevoli che “La verità” è che non vogliamo cambiarla, c’è la paura incrementata da una realtà mediatica razzista che ci porta, come sempre, a individuare “L’uomo nero” negli altri e mai in noi stessi.
Per i più romantici, legati all’amore narrato come solo Brunori sa fare, non mancano due tracce interessanti che, senza abbandonare il tema centrale dell’album, ci raccontano un amore un po’ malato e a tratti violento in “Colpo di pistola” e un amore altrettanto tormentato, ispirato alla storia di Frida Kahlo, in “Diego e io”, scritta con Di Martino.
Un lavoro più che umano, uno stile musicale nuovo e allo stesso tempo legato a sfumature del classico cantautorato italiano e un tema che, anche se cantato e stracantato nella scena indie italiana degli ultimi anni, è affrontato in modo mai banale.