Il 29 gennaio 2017 siamo stati al concerto dei SUM 41, in due parole: che figata!
I Sum 41 sono una band canadese Punk/Rock/Pop, che a me piace definire “Skate Punk Rock”, formatasi nel ’96 e composta da Deryck Whibley (voce e chitarra), Dave Baksh (chitarra), Tom Thacker (chitarra, tastiera), Cone McCaslin (basso) e Frank Zummo (batteria). Dato che sono del ’94 sono cresciuto con questa band: ogni mattina guardavo i video su MTV (aaah quanto era bella MTV prima) e rimanevo ipnotizzato dalla loro musica. Le canzoni che andavano in heavy rotation allora erano “Walking Disaster” (del 2007) e “In Too Deep” (del 2001). Persino nella colonna sonora della serie cinematografica “American Pie” sono comparse delle loro canzoni, per esempio “Fat Lip”.
I Sum41 sono stati una presenza costante durante tutte le fasi della mia crescita e quindi, quando si è presentata l’occasione di andare a sentirli dal vivo sono stato entusiasta da ritornare con la mente ai miei 14/15 anni.
Arrivati al Forum di Assago vediamo un sacco di gente. Devo dire che non mi aspettavo un pubblico così numeroso. Abbiamo fatto qualche domanda in giro e abbiamo scoperto che alcune persone erano lì dalla mattina presto. Alla domanda “Cosa vi aspettate da un loro concerto?” la maggior parte ha risposto “Adrenalina”. Entrati dentro, la folla nel parterre e nelle tribune ci ha fatto capire che sarebbe stato un gran bel concerto, pieno di cori e di voci in sottofondo dei fan. Sul palco stavano già suonando i PAERISH, scaldando il pubblico più che bene. Non li conoscevo, ma si sono guadagnati un fan perché hanno suonato veramente bene, nonostante l’acustica non fosse un granché.
Finita la loro performance, mille applausi da tutti e inizia quell’attesa infinita in cui aspetti che il gruppo per il quale ti sei fatto 12 ore di fila o la corsa per accaparrarti l’ultimo biglietto, salga sul palco. Vorresti andare a fumare o a prenderti una birra, mangiare qualcosa, ma in realtà pensi “col cazzo che lascio il mio posto, metti che ora salgono sul palco”.
A un certo punto, dopo neanche 20 minuti dall’esibizione dei PAERISH cala il buio e parte un’intro con la base di “Introduction to Destruction”. Si apre il sipario ed ecco sul palco i Sum 41. La folla impazzisce e iniziamo a scatenarci tutti per le prossime due ore. La scaletta passa da canzoni del nuovo album a canzoni degli album vecchi, una dietro l’altra, a ritmo serratissimo. Tra una canzone e l’altra Deryck (il cantante) avrà detto sì e no 41 volte “Are you ready?”. Una setlist ricca una miscela di pezzi nuovi come “War”, “A Murder Of Crowns”, “God Save Us All (Death to POP)” e canzoni storiche come “In Too Deep”, “Still Waiting”, “Underclass Hero”. Un’attenzione particolare la faccio a quest’ultima, che mi faceva sognare i party americani, ma allo stesso tempo ha un significato molto bello, che a me trasmette quella ricerca di spensieratezza in un mondo dove non si viene considerati per quello che si è.
Poi il cantante ha deciso di mettersi in mezzo alla folla nel parterre. Dopo vari ringraziamenti ha iniziato a cantare “With Me”, che anche i venditori ambulanti delle bibite o le guardie di sicurezza avranno cantato, c’era un’energia positiva bellissima, è stato uno dei momenti più emozionanti del concerto.
Deryck ritorna sul palco, all’improvviso appare un teschio gigante che fa un dito medio e il gruppo attacca con una cover di “We Will Rock You”, era tutto veramente troppo figo, molto coinvolgenti sia il cantante che tutta la band.
La band concede il bis con “Fat Lip”, una hit storica che mi ha accompagnato per anni e anni, la quale ha anche un bel significato, quello di non cambiare mai, di essere sempre se stessi, ma non solo, quando si pensava fosse finito davvero il concerto, riecco la band un’ultima volta sul palco con un ulteriore bis, “Pain for Pleasure” canzone heavy metal per porre fine in modo significato ad un concerto sensazionale.
E’ stato fantastico ascoltare queste hit dal vivo, hanno fatto davvero un gran concerto, pieno di scenografie e anche in tribuna la gente stava in piedi, a saltare ad ogni pezzo.
Alla prossima!